Sento. Anche se sono mezzo sordo

Come tutti la sera a volte crollo. Ma spesso, molto più spesso, aspetto che la giornata finisca e che il mondo là fuori piano piano si fermi.

Forse ho solo un deficit di attenzione, eppure (anche se sono mezzo sordo) è come se io ascoltassi tutto quello che succede intorno a me e solo a tarda sera, quando ho la certezza di non potere fare più nulla, riuscissi a smettere di “sentire” e di cercare una soluzione a tutto questo.

È ora. Buonanotte

Propositi per il nuovo anno

Sulla falsariga di quella stilata dalla rivista Internazionale (e segnalatami dalla mia “influenza remota”), vado a compilare una lista semi seria dei miei buoni propositi per il 2019.

Diciamo che se già riuscissi a perseguirne la metà sarebbe un gran risultato.

Tra questi:

Stare un po’ zitto e ragionare di più.

Fare le analisi.

Curarmi di più e volermi bene.

Cercare di dimezzare il tempo passato sul telefonino, specie in compagnia.

Ascoltare più musica dal vivo.

Guardare il mare almeno una volta al mese.

Avere una vita più regolare.

Mangiare di meno e dormire di più.

Fare il turista a Roma.

Fare il romano a Roma.

Andare a Lisbona.

Progettare viaggi futuri a corto raggio (Tourist Trophy) e più lontano (Giappone).

Migliorare la mia grafia.

Essere meno scontroso.

Imparare a chiedere.

Essere meno orgoglioso.

Festeggiare più spesso.

Bere più vino e meno coca zero.

Acquisire maggiore consapevolezza.

Ritagliarmi i miei spazi.

Nuotare.

Trascorrere più WE in montagna.

Tornare a Carloforte.

Recuperare alcune vecchie magliette.

Buttare/regalare quante più cose possibili.

Evitare effetto fisarmonica.

Essere meno melodrammatico.

Coccolare di più i miei.

Staccare.

Perseguire con maggiore determinazione la felicità mia e del “cialtronume” che mi è vicino.

…E voi???

Ed è come se l’Universo ti ascoltasse

La nostra vita è fatta di luoghi, di ricordi, di emozioni. Lo stesso posto può essere scialbo e insulso per una persona ma assolutamente speciale per qualcun altro. Come il bello è negli occhi di chi guarda, così anche i luoghi sono speciali perché noi vi associamo ricordi, sensazioni, momenti. Non importa che tutto questo sia razionale. Non importa che il tutto avvenga lo stesso giorno. Un posto del cuore può essere tale anche solo se immaginato, o vissuto in diversi momenti, a più riprese. Oppure può essere speciale proprio perché non ancora vissuto e rappresentare un pensiero felice. Una proiezione verso il futuro.

Può essere un paesaggio di montagna. Una spiaggia. Un porticciolo. Un ristorantino in una piazzetta. Una barca. Un luogo di lavoro. Un’esperienza.

La mente fa tutto il resto. Condisce con dolcezza. Rimuove il superfluo. Colora. Dilata il tempo e riduce lo spazio. Fissa, incide, marchia a fuoco nella nostra memoria o nella nostra immaginazione.

E così, inevitabilmente, siamo portati a cercare quel posto o a tornarvi nella speranza di rivivere quel momento per come lo ricordiamo o per come lo abbiamo sognato.

Ma il segreto forse è proprio quello di non aspettare, di cogliere l’attimo, di tuffarsi, di partire senza sapere dove, prima che la realtà sopraggiunga a svegliarci o prima che i nostri ricordi sbiadiscano.

Senza far passare troppo tempo. Troppa vita. Senza scuse. Senza paure

Il silenzio è d’oro

Sì parla spesso di come cambia la nostra società. Di come si evolve e, più spesso, di quanto ultimamente appaia involuta.

Viviamo in un mondo dove chiedere aiuto suona sbagliato, debole. E se lo fai vieni messo in quarantena, perché già hai tanti problemi. Dove piuttosto si finisce con il parlare e chiedere aiuto ad estranei, pagando la loro professionalità e, soprattutto, il loro silenzio.

Non siamo più capaci di parlare. Di confrontare le nostre idee con quelle altrui. Di dimostrarci scettici su di una nostra opinione, perché anche questo appare un segno di debolezza, salvo poi minimizzare quando abbiamo torto. Perché anche ammettere è difficile.

Non abbiamo tempo per gli altri perché non ne abbiamo per noi stessi. Stiamo 3-4 ore al giorno con il telefono in mano ma, se ci chiamano, non abbiamo mai tempo.

Usciamo a cena con alcune persone, ma mentre siamo lì scriviamo ad altre.

Il lavoro non ci aiuta. Assorbe oltre i 2/3 della nostra giornata e quando finiamo continuiamo a pensarci.

I rapporti umani stessi ci fanno paura. Paura del rifiuto. Paura del fallimento. Paura di fallire ancora. Paura di dovere spiegare, argomentare, magari rendere conto.

La parola è d’argento, il silenzio è d’oro.

Lo diceva già mia nonna. A pensarci bene, in fondo, non è cambiato poi molto