Less is More

La forma è sostanza.

Sono anni che mi sento ripetere questa frase. Eppure per quanto io la comprenda e la rispetti – finanche ad applicarla, quando necessario – resta un concetto che non potrebbe essere da me più lontano.

In una società dove sembra che la forma abbia costantemente priorità sulla sostanza, io mi ostino a credere che un contenuto sufficientemente buono e credibile, possa prescindere anche da una forma necessariamente accattivante.

Insisto nel credere a quello che sento. Anche se a volte fa a cazzotti con quello che vedo. Continuo ad ascoltare cose non dette, perché in quel silenzio c’è più bellezza che in mille parole.

E non credo nelle persone perché sono belle, al contrario le trovo così belle perché credo in loro. Così come odio i complimenti, fatti e ricevuti, ma quando arrivo al punto di farli è perché non sono riuscito a farne a meno.

Infine trovo che un gesto valga più di mille parole.

Ma credo che la parola giusta, al momento giusto, sappia bene infrangere cuori e spezzare incantesimi

Uomini e Donne. Convergenze parallele

Capisco che scrivere sulle differenze tra uomini e donne non rappresenti un tema di assoluta novità nel panorama letterario nazionale. Ci sono comici, ma anche valenti scrittori, che ci campano da una vita. E senza volere essere simpatici, ma solo descrivendo quello che vedono, senza neppure una fantasia eccessiva.

La verità è che uomini e donne sono identici: per approccio, intelligenza, attitudini, spirito, etc.

Eppure sono diversi, almeno fisicamente. Questo è sufficiente affinché a questa differenza macroscopica se ne associno – più o meno a ragion veduta – milioni di altre, spesso solo speculative.

I due terzi delle dinamiche sociali che condizionano i nostri rapporti (e in definitiva la nostra vita) sono dettate da convenzioni che per: abitudine, romanticismo, interesse, prepotenza o – semplicemente – affetto, vengono ancora rispettate per regolare quegli aspetti della nostra esistenza per fortuna ancora non regolati da leggi e codicilli vari.

Quindi se è vero che non posso tollerare alcuna forma discriminatoria in campo lavorativo tra uomo e donna, è anche vero che mi intristisce l’idea di un mondo di relazioni senza un minimo di cavalleria (che sottende un estremo rispetto e non certo prevaricazione) da parte maschile, oppure privo di alcuna gentilezza femminile (che non vuole essere seduttiva ma solo spontanea).

Un mondo così non potrebbe che essere arido e per me inospitale.

E proprio mentre mi trovo a fare queste ingenue (!) considerazioni capisco che parte della mia vita non potrà che svolgersi come in fotografia: alienato insieme ai miei simili e costretto al gelo o a subire temperature tropicali, in attesa che l’altra metà del cielo – bellissima e pericolosa, come fiera in battaglia – ci regali un sorriso dal camerino (perché, nonostante tutto, siamo ancora lì, come dei fessi).