C’è stato un tempo in cui la sola idea di potere avere un’auto tutta mia nn mi ha fatto dormire per oltre 48 ore.
Poco prima lo Zio Ettore aveva annunciato di volermi regalare LA Scirocco.
A dirla tutta io nn sapevo bene di cosa davvero mi stesse parlando, sapevo però che era una vecchia macchina, ma con un motore super e praticamente nuovo. Nella mia testa di ventenne si aprivano praterie di viaggi. Chilometri da macinare a perdita d’occhio.
La Scirocco GTI era un coupé Volkswagen dei primissimi anni ’80 il cui motore era stato sostituito pochi mesi prima con quello Golf GTI. E anche se rispetto a quest’ultima la sua linea risultava un po’ démodé, per me nn esisteva auto più bella al mondo.
Il nuovo propulsore, in compenso, era ai vertici della categoria: una bomba.
Profilo basso, oltre 100 cavalli e tanta tanta coppia. Dura e scomoda come un cart, onesta e sincera come un buon vino rosso.
L’ho curata e coccolata fino a passarle la Leocrema sulla pelle del cruscotto. L’ho lavata a mano e ho visto piangere di Ferodo i suoi cerchi in lega.
Il mio amore per questa macchina è stato letteralmente sconfinato. Soli, io e lei, oppure con i migliori amici che si possano desiderare, ho fatto le cose migliori e peggiori del mondo. Otranto, La Spezia, Barcellona, Budapest, Cracovia, Praga, Vienna, Campo Galiano.
Negli anni l’ho usata come Formula 1, furgone, letto, divano, videogame, impianto stereo, stendino per i panni, piano da lavoro. Nn ha mai funzionato il clacson, ma poco male, tanto nn l’ho mai usato.
Mi si sn distrutti perni di campanatura e convergenza, cuscinetti a sfera, pompe dell’acqua. Persino il cambio.
Ma lei non mi ha mai deluso.
Grazie Zio
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Un grazie speciale allo Sciarpino, l’Arciprete e la Stena che hanno vissuto con me e con La Scirocco momenti tra i più belli della mia vita.