Personalmente non sono partito per l’addio al celibato, e neppure per il viaggio di nozze. Non è capitato o, piuttosto, è capitato il contrario.
In effetti, a ben vedere, ci sono tante cose che non ho mai fatto, ad esempio non ho mai fumato nulla e, com’è ormai noto, non bevo caffè. Inoltre non sono ancora andato nei miei luoghi del cuore: a Lisbona e in Giappone. Meglio così, significa che nella vita ho ancora tanto da fare.
Al contrario però ci sono cose che ho fatto e che non tutti possono “vantare”, come passare due splendide settimane senza muovere un dito, servito e riverito, in terapia intensiva. Ricevere l’estrema unzione studiando i gesti apotropaici più adatti all’uopo. Venire imboccato a trent’anni suonati (sono soddisfazioni). Accogliere ospiti mezzo nudo e comodamente sdraiato come neppure un patrizio romano di epoca imperiale. Pensare il mondo da una prospettiva nuova oppure, successivamente, dare una pista a MacGyver nelle piccole cose di tutti i giorni.
Credo che la vita dia più di quanto ci prende, però spesso non ce rendiamo conto, perché siamo troppo concentrati su noi stessi e su quello che ancora non abbiamo.
È umano, succede a tutti e quindi anche a me.
Ma torniamo all’inizio. Da dove ero partito? Ah, già: l’addio al celibato.
Oggi una mia cara amica è partita per il suo addio al nubilato. Per me – che a mia volta in questo momento ho bisogno di pensieri felici – è stato forse più emozionante del normale. Probabilmente perché, senza andare tanto lontano, me la sono vista già con scarpe e vestito sull’altare tra poco più di due mesi.
Quando mi succedono queste cose – come quando mi hanno chiesto di leggere Shakespeare in pubblico all’ultimo momento – avverto una sensazione mista tra la contentezza e il panico più assoluto. Che può durare da diversi minuti a, nei casi più “gravi” (come a Santa Sabina), oltre un’ora.
Il problema è che se dico che qualcosa mi emoziona significa che io in quel momento davvero avverto un mezzo capogiro e che, come in un palazzetto dello sport, sento il battito che aumenta e il cuore che mi salta in gola, quasi volesse uscirmi dal petto. Un’emozione forte e bellissima. Destinata a non essere dimenticata. Un’emozione che intender non la può chi non la prova.
In attesa delle nozze, di altri sogni e pensieri felici altrui, ti auguro buon viaggio Senior.
Divertiti. La Cavalleria non servirà.