Il Natale, quando arriva, arriva!

20130624-174603.jpg

La maggica Daniela, che per raccontarla servirebbe un blog ad personam, commentando “La settima arte” ha giustamente sottolineato un aspetto fondamentale della mia vita negli ultimi 9 anni in dolce compagnia: Il periodo natalizio, ma soprattutto l’albero e gli addobbi!!!
Sì perché, se nn si considera anche questo aspetto, qualcuno potrebbe pensare che vivere in 30 mq con una persona che ne occupa 25 tra scarpe, borse e vestiti tutto sommato sia fattibile. E lo sarebbe anche.

Premessa.
Tutti amano il Natale. Qualcuno è religioso, qualcuno no, qualcuno ne approfitta per fare un po’ di vacanza e altri per fare un po’ di regali.
Per i napoletani, ma credo sia nazionale, albero e/o presepe si “ingegnano” all’immacolata (8 dicembre”) e si “sbacantano” alla Befana (6 gennaio). Fin qua sembra tutto normale.

E invece no. In casa mia e della Gina il tutto dura mediamente da dopo i morti (2 novembre) fino a Pasqua (variabile tra marzo e aprile)!!!
Parliamo dunque di 5-6 mesi! E allorquando ho sollevato le mie perplessità in merito mi ė stato risposto: “Ma il Natale mi rende felice!”… E tu che fai? Le dici di no???
Ma non basta. Alcuni festoni e lucine (almeno nn colorate) sono state addirittura istituzionalizzate …per tutti e dodici mesi! Certo anche a me piace il Natale ma quando mi venne comunicato che “avevamo comprato un albero” da mettere in casa (da notare la subdola scelta del plurale), io pensavo che avendo casa bonsai fosse uno di quegli alberelli altrettanto bonsai da 60 cm… Tornato a casa ho capito la portata della tragedia.

L’alberello in questione era chiuso in uno scatolo lungo 80 cm… ma era smontato e diviso in tre parti!
Quelli ferrati in matematica avranno già capito, ma procedo per gli altri: l’alberello bonsai debitamente composto era alto quasi due metri e mezzo. E guai a parlare di puntale, che con quello si arrivava agevolmente al piano di sopra. E poiché, come ė noto, un pino non assomiglia a un cipresso (e meno male), il bonsai nella parte bassa era più largo e con un’ “apertura alare” di un metro e sessanta. Una cosa enorme!!!
Era talmente grande che quando apparecchiavo la tavola di sera mettevo 3 posti!
Addobbarlo era talmente un casino che pareva la vestizione dei Cavalieri dello Zodiaco!

Ogni anno passavo dal venerdì sera al sabato (24 ore) per tirarlo giù dall’armadio, montarlo, e soprattutto allargare e sistemare i rami perché avessero una forma il più naturale possibile. Il sabato sera i nostri poveri amici non solo rischiavano la vita venendo a cena ma passavano anche 3 ore a mettere i pupazzetti di legno e latta accumulati in anni di piccole spese natalizie. Che bello.
E a chi ci chiedesse perché mettere gli addobbi con due mesi di anticipo nn si poteva spiegare…Il Natale quando arriva, arriva!

L’albero bonsai lasciava ogni anno (a Pasqua) un vuoto tale che sembrava di avere allargato casa del 20%.
Allo stesso modo quell’albero e quella casa lasceranno in noi un grande vuoto.
Adesso, con casa nuova, temo però l’arrivo di novembre… La Gina soffierà con un mese di anticipo il pino scandinavo a Papa Francesco?
.
.
.

PS: Questo post è dedicato a tutti coloro che da anni mi regalano un Natale e un Santo Stefano meravigliosi. Grazie per avermi insegnato ad amare le tradizioni.