Ho fatto pace con Roma

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Sono arrivato a Roma con un sogno nel cassetto e l’idea di restarci solo 2 giorni a settimana. Lo stretto necessario per un breve master. Avevo finito gli studi e, nn avendo arte né parte, Napoli nn mi dava grandi prospettive già allora – pre crisi.
Il tempo è passato in fretta e i 2 giorni iniziali sn diventati 3 di tirocinio spalmati su 4, e ben presto 5 lavorativi. Le cose hanno iniziato andare parecchio male ma almeno mi iniziavano a pagare.

Quei soldi hanno rappresentato una prima forma di indipendenza eppure nn sn stati facili. Il fine settimana infatti tornavo a casa e nn volevo mai parlare di Roma o del mio lavoro. Napoli è presto diventata un rifugio denso di amici e famiglia. Un luogo dove ero sempre felice e in vacanza. Bella, bellissima. Di Roma nn sapevo nulla perché ne scappavo appena possibile. Per me rappresentava solo lavoro e frustrazione e con lei i romani che, pur senza avere nessuna colpa effettiva, ai miei occhi avevano le loro responsabilità e meritavano al massimo la mia indifferenza.

C’è voluto oltre un anno e mezzo di fatica perché le cose andassero meglio e io e il mio lavoro prendessimo le “misure”. E se io sn stato abbastanza tenace da nn mollare un datore di lavoro che mai più avrei voluto abbandonare, c’è da dire che Roma e i romani (le mie amate colleghe) hanno avuto una gran parte in questo cambiamento di prospettiva.
Certo hanno le loro peculiarità, ma da questo punto di vista anche i napoletani nn scherzano. A differenza di questi, però, i romani hanno una cultura inclusiva. Mazzei avrebbe detto universalista, diametralmente opposta al particolarismo napoletano. Una cultura abituata ad accogliere popoli e culture da oltre 2000 anni. E questa meravigliosa caratteristica, spoglia da velleità imperialiste, sopravvive ancora oggi.

E così, tra un Marchese del Grillo, una Febbre da Cavallo, un Romanzo Criminale, un concerto di Mannarino e una miriade di esilaranti detti popolari, ho fatto pace con Roma e credo che questa dovrà sopportarmi ancora per parecchi anni a venire.
Eppure, anche se ormai vivo a Roma da dieci anni, nn divorzierò mai da Napoli.
So che Roma mi capirà.

PS: Grazie ai napoletani che vivono a Roma (specialmente 3-4 della prima ora) che mi hanno sempre fatto sentire a casa.
Adesso però cominciate ad essere un poco troppi! Ma una casa nn la tenete???