Agent Provocateur

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Se è vero che per arrivare al cuore di un uomo occorre passare dallo stomaco è anche vero che, almeno in parte, le armi di seduzione di massa del mondo femminile hanno da sempre dovuto fare i conti con l’intelletto maschile: un ché di misterioso che alcuni sostengono esistere annidato da qualche parte giusto dietro gli occhi dei discendenti di Adamo.
Eppure, tra le alchimie e gli stratagemmi, le pozioni magiche e gli elisir d’amore per irretire gli uomini di tutti i tempi, alcuni strumenti hanno ottenuto effetti a dir poco devastanti. Tra questi c’è il pizzo.
Paladino del vedo/non-vedo, questo tessuto ricamato ha stregato generazioni di maschietti lasciando alle donne la freschezza e la malizia che le contraddistinguono da sempre. Complesso, intricato, sofisticato, prezioso, colorato: il pizzo è gloriosamente donna.
E poco importa se negli anni nuovi tessuti hanno cercato di usurpare il suo primato attraverso la praticità e la spesso sbandierata comodità. Sarebbe come dire che una tuta e un paio di scarpe da tennis presto saranno in condizione di spodestare un tacco dodici e un abito da sogno nel cuore di una donna (e agli occhi di un uomo): francamente improbabile.
Ogni tessuto ha nel “cuor gentile” uno e un solo utilizzo: se la famosa felpa non viene utilizzata oramai neppure per andare in palestra, il pizzo ha nel suo DNA incisa una sola parola che si va a declinare in tutti i casi e in tutte le lingue del pianeta: seduzione.
Che sia ricamato d’oro, di lino o di semplice cotone; che faccia parte di una sottoveste o dell’intimo; che sia di Tezenis, La Perla, fino a Victoria’s Secret e Agent Provocateur, il pizzo è un “accessorio” imprescindibile (e per questo irrinunciabile) delle donne di tutte le età.
L’attuale tendenza è tuttavia ben distante dal passato. Il pizzo si è evoluto di pari passo con l’emancipazione femminile e con gli importanti traguardi da questa raggiunti. Regalandoci modelli ben distanti dalla tradizione delle passate generazioni. Osservare il risultato ottenuto è come guardare una figlia che ha i tratti dei genitori. Ma è più bella di entrambi.
Il pizzo non è più quindi un surrogato del nudo in altre forme e non rappresenta neppure il diversamente adornato. È corollario necessario e consapevole. Arricchisce senza scadere e senza nulla togliere alla femminilità. Così facendo strizza l’occhio alle case di moda e al suo massiccio utilizzo anche nelle collezioni autunno-inverno per la gioia degli stilisti così generosi nel reinventarlo. Assistiamo così quest’anno ad una nuova ondata di pizzo da parte di tutte le maison più importanti: dall’Italia, alla Francia, agli Stati Uniti, fino all’estrema provincia del gusto e della moda mondiale. Ognuno in base al suo stile, ognuno in base alle sue tradizioni, ognuno in base alla sua tendenza.
Pochi altri materiali possono essere considerati, a ben vedere, così democratici e attuali come il pizzo.

Ho sempre amato le sfide. Soprattutto quelle con me stesso. Per questo quando mi hanno provocatoriamente proposto di scrivere un pezzo sulla biancheria di pizzo, io che il pizzo lo conosco a stento quale forma tacita di estorsione, ho avuto un attimo di perplessità. Un istante dopo cercavo di calarmi nella psiche femminile e di seguire fedelmente questa traccia di qualche tempo fa:

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16 thoughts on “Agent Provocateur

    • Ti dico di più, io sono per la microfibra!!!! Però una volta partito mi sn applicato… e mi sn pure divertito parecchio. Le marche, a dirla tutta, le ho apprese, di recente, per un regalo comprato ad una collega. Sennò nn avrei saputo da dove iniziare!

  1. Rai, x un momento ho pensato che avessi trovato lavoro presso lise charmel! cacchio, tu venderesti frigoriferi agli eschimesi!
    sei persino riuscito a farmi sentire ingloriosamente donna dal momento che la mia grungità è a livelli tali che a me ‘pizzo’ evoca prima il fenomeno dell estorsione, poi un lembo di barba ed infine un errore di digitazione nell’ordinazione di una 4stagioni!!
    giuro che stavo x uscire a comprarmi un completino come Dio comanda! chapeau! 🙂

      • no, ma solo perchè ho letto il post a mezzanotte e di fatto…non avrei potuto! 🙂
        in realtà è max che non ama il pizzo (ma nemmeno il mutandone di cotone però eh!?)
        e non aggiungo altro…che già ero partita con un commento che raccontava di quale fosse il genere di intimo preferito! :))
        anche perchè tu saresti capace di fare un post ad hoc pur di farmi utilizzare quell’iban!!

      • Da questo punto di vista puoi stare tranquilla. Se cambi idea te lo mando subito. Eppure devo dirti che, al di là degli esercizi di stile, io preferisco… la microfibra!!!!

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